Da stacanovista o workaholic che si voglia dire, io non sono forse la persona migliore per festeggiare il 1° maggio. Nutro però un profondo rispetto per chi ha fatto grandi sacrifici affinché io e molti altri milioni di persone potessimo avere un tetto per proteggerci, del cibo con cui sfamarci e la possibilità di studiare (persino all'estero) e sviluppare passioni di ogni tipo.
C'è anche chi - nel corso della storia - ha dato tutto se stesso sul lavoro senza poter garantire gli stessi privilegi alla propria famiglia a causa di condizioni di lavoro precarie, situazioni di sfruttamento e ricatto, incidenti fatali o fortemente invalidanti, malattie e ingiustizie di ogni tipo.
Oggi prego affinché il lavoro sia sempre più simbolo di dignità umana e riscatto sociale e sempre meno fonte di sfruttamento e arricchimento sfrenato di pochi.