ll nome “fotovoltaico in cloud” possiamo paragonarlo al server informatico
In ambito informatico c’è chi tiene i server in casa, e deve saperli gestire, deve tenerli aggiornati, deve preoccuparsi della manutenzione e ovviamente deve acquistare l’hardware e c’è chi invece non ha spazio, non ha magari una connettività sufficiente, non vuole portarsi in casa le noie di dover gestire i server e si affida così ad una infrastruttura in cloud che affitta per un tot di tempo questi server all’azienda.
Funziona così: chi non vuole o non può mettere un impianto sul tetto o non può, affitta spazio in una solarfarm (anziché in una serverfarm), lo spazio che si affitta varia a seconda delle esigenze energetiche della famiglia (come per la potenza dell'impianto tradizionale)
Il costo è allineato a quello di un sistema fotovoltaico tradizionale montato sul tetto .
Il pacchetto ha generalmente una durata di 20 anni e garantisce una quantità di energia all’anno (gratuita), in base al pacchetto scelto.
Se l'utente passa la soglia acquistata, il consumo "extra soglia" sarà tariffato comunque ad un prezzo più basso di quello attuale del PUN
Vantaggi:
- Non deve essere installato nulla sul tetto, non serve assicurare l’impianto contro le intemperie, non deve essere fatta manutenzione.
- I kWh all’anno concordati possono essere consumati nell’arco delle 24 ore
- Se l' utente trasloca il sistema in cloud “viaggia con lui”,
- può anche decidere di rivendere ad un altra persona la sua quota residua di impianto (da verificare sui ctr).
Svantaggi:
Il "fotovoltaico in cloud " è legato a un fornitore di energia, ci sarà quindi il vincolo di permanenza per i 20 anni.
Le bollette arriveranno a “0 euro” per la quota di materia prima inclusa
Resteranno in bolletta alcuni elementi fissi, come il costo di commercializzazione, l’iva, quanto prodotto in eccesso, le accise e il canone Rai
C’è sempre la possibilità che l' azienda, seppur grossa, possa fallire o chiudere.
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